Pioggia, ombrelli e racconti sparsi
La piovosa blogletter di Roberto Carlone - Senza francobollo
Ciao a tutte e tutti.
Bentrovate e bentrovati alla newsletter settimanale di Roberto Carlone “Senza francobollo” numero 19, martedì 6 dicembre 2022.
Come sempre in audio, oppure video o nella versione classica da leggere su Substack.
“Pioveva quel giorno, lo ricordo perfettamente, acqua dappertutto, l’ombrello mi riparava, l’impermeabile anche, le scarpe no. Da lì entrava tutto il freddo del mondo. E poi non stava fermo, ma con l’umido ti entrava nelle ossa. A volte ci volevano giorni per toglierselo da dentro.
Ogni giorno, ogni notte pioveva. E lei non arrivava mai, ma io aspettavo, tenace e zuppo, il suo passo leggero ma spedito, quel suo ombrellino e il rinchiudersi sulle spalle, stretta stretta. Sarebbe arrivata, per me.
Quando la vidi non era come volevo, non era sola. Era abbracciata. Stretta. Avvinghiata. Era il mio tempo che se ne andava. Avevo perso il tempo in una illusione bagnata, fradicia, inutile.
Lei mi aveva dato l’occasione, alzai il bavero e così me ne andai, per sempre. Lasciando il mondo all’acqua.”
Si girano sempre le spalle a qualcuno, a qualcosa nella vita. Soprattutto quando piove. Si sta troppo nelle situazioni che ci infradiciano. Bisogna capirlo subito. E andarsene.
Una città con la pioggia aiuta ancora di più a distaccarsi, seppur generi più intimità, allontana tra la folla indistinta. Se cadessi per strada con l’ombrello in mano, pensate come sarebbe bello poter dire:- Mario mi puoi dare una mano? Questo il motivo sufficiente per stare in un posto conosciuto e amico. Sapere nomi e cognomi o soprannomi.
La pioggia è sfuggire via, essere sempre più figli delle goccioline sul vetro. Sul vetro delle auto. Spettatori che fissano ottusi e imbambolati. Sempre meno meravigliati e tantomeno impauriti. Neanche più tanto consapevoli che quelle goccioline sono vita, respiro, futuro. Sfuggire via, non essere. Allontanare. E’ vero alcune persone sentono la pioggia altri semplicemente si bagnano.
“Esco, cuffie sotto il cappuccio, musica a palla e inizia a piovere. Fango, pozzanghere. Non scivolare, le scarpe tengono. Qualche ombrello. Tenaci fanatici in pantaloncini corti.
Vengo da una terra d’acque, lo saprò come ci si comporta.
Sono uscito come per una sfida e per un bisogno di pioggia. Diventeremo più primitivi, prima che poi. Il parco è ricco di piante diverse, diverse le foglie che si sedimentato, impastano, colorano. Gli occhiali si imperlano come alle cascate del Niagara. Guardo avanti. Poi mi fermo un poco affannato, il passo è stato veloce.
Tutto, un poco, si ferma quando piove. I condomìni, le tapparelle. Guardo in terra, ma cosa faranno mai le formiche nei giorni di pioggia?”
Pioggia, pioggia e ancora pioggia. Almeno in questi giorni è stata la mia compagna. Si può dire, finalmente, incessante compagna.
“Fotografie, ombrelli e pioggia” l’ultimo nuovo video. Grandi ascolti. Il più ascoltato fino ad oggi.
Ci sono ombrelli, tagliati, sbilenchi, colorati, appannati. Un continuo gioco di svelare e celare dalle finestre, dai finestrini sulle auto, e con Vivian Maier si sente la fretta della pioggia quando ci sorprende. Ombrelli che fanno ridere. E poi c’è Giacometti, i Beatles e Monica Vitti.
Un viaggio sotto agli ombrelli, alla ricerca di odori, di sensazioni, dell’umidità che una foto ci può suggerire. Quando si fotografa nella pioggia c’è sempre uno sguardo obliquo.
Massimo B. ha commentato qualche giorno fa “Un piacere per gli occhi quello che mostri, un piacere per la mente quello che dici. Ho scoperto da poco questo canale, un video meglio dell’altro. Grazie per condividere questi pensieri”. Ringrazio lui.
“La fantasia è un posto dove ci piove dentro” (Italo Calvino)
Fotografie da appartamento è un posto della pioggia dove vi invito. Una confidenza fotografica, una sinfonia multimediale nata nel periodo della reclusione pandemica. La presento martedì 13 alle ore 21,15, vi chiedo un atto di amore massimo e di riconoscimento per un prodotto di alta creatività: è riservata solo ai donatori, a coloro che decidono e si possono permettere di fare una donazione sulla piattaforma che mi ospita, creata per sostenere la mia attività di produzione. Si chiama Tipeee e lì potete effettuare questo gesto concreto.
Appena donate vi scrivo e vi invito. Scendete in fondo in fondo alla pagina e lo trovate.
“Rainy night in Georgia” di Randy Crawford da sempre è la mia canzone della pioggia fin da quando passeggiavo senza meta per i parchi di Francoforte alla fine della mia adolescenza ed avevo il walkman
(la citazione delle formiche è di Haruki Murakami)
Vi saluto e vi aspetto martedì 13 alle 21,15.
Ciao,
roberto